Dopo una lunga attesa, finalmente sono usciti modalità e tempi per fare richiesta. Il Bonus, con tutti i suoi limiti, sarà sufficiente per avvicinare le persone ai servizi psicologici?
Cos’è il Bonus psicologo
Ormai è noto a molti come “Bonus psicologo”. Più precisamente, si tratta di un contributo statale per sedute di psicoterapia, erogata da psicologi regolarmente iscritti nell’apposita sezione dell’Albo professionale di appartenenza. Parliamo quindi di professionisti privati che prestano servizio presso studi, poliambulatori o simili: costituiscono la netta maggioranza degli psicoterapeuti attivi nel Paese. Questo contributo, introdotto dal decreto Milleproroghe 2022 e confermato per gli anni successivi, rappresenta un importante tentativo, anche se parziale e certamente non risolutivo, di fornire assistenza a tutte quelle persone che, a seguito della pandemia di Covid-19 e della crisi socio-economica correlata, si sono trovate in condizione di stress o disagio psicologico, o hanno visto peggiorare ulteriormente la propria salute mentale già messa alla prova.
Chi può richiederlo
Per beneficiare del Bonus, sono previsti unicamente due requisiti:
1) avere la residenza in Italia;
2) essere in possesso di un valore ISEE in corso di validità non superiore a 50.000 euro.
Il Bonus è riconosciuto ai beneficiari una sola volta per ciascun anno di riferimento. Tale misura si rivolge in particolare a tutte quelle persone che si trovano in condizioni di fragilità o malessere psicologico e che necessitano di un trattamento psicoterapico.
Parliamo di cifre
La legge di Bilancio del 2023 (approvata nel 2022) ha reso strutturale il Bonus psicologo, prevedendo un budget complessivo di 5 milioni di euro per l’anno 2023 e di 8 milioni di euro annui a partire dal 2024. Il decreto-legge del 18 ottobre 2023 ha ampliato i fondi disponibili, innalzandoli a 10 milioni per il 2023 e a 13 milioni per il 2024.
Il contributo può avere un valore non superiore a 1.500 euro a persona e viene modulato in base all’ISEE del richiedente. L’importo massimo del beneficio per ogni persona varia a seconda del valore dell’ISEE:
a) con un valore ISEE inferiore a 15.000 euro, l’importo massimo stabilito ammonta a 1.500 euro per ogni beneficiario;
b) con un valore ISEE compreso tra i 15.000 e i 30.000 euro, l’importo massimo stabilito ammonta a 1.000 euro per ogni beneficiario;
c) con un valore ISEE superiore a 30.000 e non superiore a 50.000 euro, l’importo massimo stabilito ammonta a 500 euro per ogni beneficiario.
Il Bonus copre fino a 50 euro a seduta.
Come fare domanda (e soprattutto quando)
La domanda per i fondi relativi al 2023 potrà essere presentata dal 18 marzo al 31 maggio 2024, tramite il portale online o il Contact center messi a disposizione dall’INPS.
Per le domande relative al 2024 e agli anni a seguire, la finestra temporale per la presentazione delle domande sarà comunicata successivamente, quindi è ancora da definirsi.
Sarà sempre l’INPS a occuparsi di ricevere e gestire le domande del beneficio, inoltre stilerà le graduatorie, distinte per Regione e Provincia autonoma di residenza dei beneficiari, che potranno quindi scegliere il professionista tra quelli che aderiscono. Le graduatorie saranno disponibili dopo il 31 maggio. A parità di valore ISEE, verrà tenuto conto dell’ordine cronologico di presentazione delle domande, quindi conviene affrettarsi.
Luci e ombre
Il Bonus ha riscosso un successo forse inaspettato dagli amministratori, ipotizzato invece dai professionisti; in ogni caso ha avuto un riscontro molto importante. Circa 395.000 persone hanno fatto domanda, una platea tanto vasta che ha costretto la quasi totalità delle Regioni ad accogliere solo le domande al di sotto di una soglia di ISEE davvero molto bassa, perché i fondi non erano sufficienti. Infatti sono state accolte 41.600 domande, poco più del 10% rispetto al totale.
La misura ha incontrato vari ritardi e inciampi, ma non è una questione di fondi economici, che ci sono e sono stati perfino incrementati, anche se difficilmente riusciranno a coprire tutte le richieste di potenziali pazienti. Per molti mesi non si sapeva la modalità per accedere al Bonus e va segnalato che solo il 15 febbraio di quest’anno l’INPS ha pubblicato la circolare con cui ha reso nota l’attivazione della piattaforma dedicata e la finestra temporale per la presentazione delle domande relative al 2023.
Prospettive
Per quel che riguarda l’impatto sulla salute mentale, si può ritenere il Bonus psicologo una misura sufficiente? Proviamo a immaginare di vedere accolta la domanda e riuscire a percepire il sostegno economico. Nella migliore delle ipotesi, rientrando nella fascia di ISEE più bassa, si ha diritto a un contributo di 1.500 euro, che corrisponde a 30 sedute da 50 euro. Il percorso finanziato quindi interessa quasi 8 mesi di sedute a cadenza settimanale. Sono tanti o pochi? Dipende.
La psicoterapia permette di acquisire consapevolezza di sé e gestire la propria sofferenza emotiva: cambiamenti che a seconda dei casi possono comportare mesi o anni di trattamento. Non diamo però per scontato che un trattamento psicologico sia qualificato come psicoterapia solo perché di lunga durata. Chiaramente non è possibile generalizzare, perché ogni percorso di psicoterapia ha una durata e un livello di profondità variabili a seconda della complessità del caso, degli obiettivi concordati col professionista e (non dimentichiamolo) della risposta del paziente, anche e soprattutto in termini di impegno e volontà di investimento.
Possiamo ipotizzare che una buona parte dei beneficiari del Bonus non avrebbe altrimenti l’opportunità di svolgere un percorso di psicoterapia per motivi economici, quindi il Bonus facilita l’accesso alle cure psicologiche almeno a una parte della popolazione. Ci sono però anche moltissime persone che, pur rientrando nei criteri previsti, probabilmente non godranno del contributo, visto l’elevatissimo numero di domande della prima tornata.
Il Bonus psicologo è una svolta in termini di approccio alla salute mentale, che non dovrebbe essere un lusso per pochi, come segnala David Lazzari, Presidente dell’Ordine Nazionale degli Psicologi. Certo, il Bonus da solo non basta: dovrebbe essere affiancato da altri interventi. Tuttavia forse siamo di fronte al segnale di un cambiamento culturale che porterà a un migliore accesso alle cure psicologiche, soprattutto in ottica di prevenzione, e a un più deciso riconoscimento della figura dello psicologo, anche in contesti dove è meno presente. O almeno, questa è la speranza.